L'inchiostro ferrogallico è un tipo di inchiostro nero a base acquosa. Quest'inchiostro approfondisce nelle fibre di carta divenendo quasi indelebile. Per la facilità di produzione ed il suo costo ridotto è stato utilizzato sino all'inizio del 20 secolo.
La colorazione dell’inchiostro www.ufficiodiscount.it è dovuta al suo principale componente, il gallato di ferro, da cui appunto il nome ferrogallico ed è ottenuto dalla reazione di un tannino con un sale ferroso. In questa reazione tutto il ferro viene complessato dal tannino producendo così un inchiostro chimicamente stabile dove il gallato di ferro si comporta come un pigmento colorato ma occorre tempo perché la reazione si svolga completamente.
Storicamente si otteneva mescolando, in varie proporzioni, infuso di galle che sono escrescenze che si sviluppano su degli albero come la gallozza della quercia e vetriolo verde con gomma arabica come addensante .
Esistono cenni dell'utilizzo dell'inchiostro ferrogallico fin dall’età romana. Nel Medioevo ebbe una grande diffusione infatti suo uso in occidente fu quasi universale .L’inchiostro ferrogallico è stato utilizzato per la scrittura di un'enorme quantità di documenti a mano e nella sua formulazione a base acquosa è stato usato anche per la stampa delle xilografie.
Con l’introduzione della stampa tipografica però si ebbero problemi in quanto, essendo a base acquosa, non si depositava uniformemente sulle matrici metalliche.Perciò quando Gutenberg inventò la stampa dovette ricorrerere all’uso di oli e inchiostri compatibili che inizialmente erano addizionati all’inchiostro ferrogallico.
Le sue proprietà di relativa indelebilità lo resero di uso universale anche come inchiostro di sicurezza ma poi la scoperta del potere sbiancante del cloro secolo permise di poter cancellare gli inchiostri ferrogallici che diventavano trasparenti.
Per rimediare a questo la ditta Lehonardi mise a punto una formulazione per un inchiostro di sicurezza che univa le proprietà del gallato di ferro a quelle di coloranti attivi in ambiente acido.
La diffusione di questo inchiostro ferrogallico nell’uso comune si ridusse fino a scomparire con l'arrivo di inchiostri di china che non danneggiavano le penne.
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Storicamente si otteneva mescolando, in varie proporzioni, infuso di galle che sono escrescenze che si sviluppano su degli albero come la gallozza della quercia e vetriolo verde con gomma arabica come addensante .
Esistono cenni dell'utilizzo dell'inchiostro ferrogallico fin dall’età romana. Nel Medioevo ebbe una grande diffusione infatti suo uso in occidente fu quasi universale .L’inchiostro ferrogallico è stato utilizzato per la scrittura di un'enorme quantità di documenti a mano e nella sua formulazione a base acquosa è stato usato anche per la stampa delle xilografie.
Con l’introduzione della stampa tipografica però si ebbero problemi in quanto, essendo a base acquosa, non si depositava uniformemente sulle matrici metalliche.Perciò quando Gutenberg inventò la stampa dovette ricorrerere all’uso di oli e inchiostri compatibili che inizialmente erano addizionati all’inchiostro ferrogallico.
Le sue proprietà di relativa indelebilità lo resero di uso universale anche come inchiostro di sicurezza ma poi la scoperta del potere sbiancante del cloro secolo permise di poter cancellare gli inchiostri ferrogallici che diventavano trasparenti.
Per rimediare a questo la ditta Lehonardi mise a punto una formulazione per un inchiostro di sicurezza che univa le proprietà del gallato di ferro a quelle di coloranti attivi in ambiente acido.
La diffusione di questo inchiostro ferrogallico nell’uso comune si ridusse fino a scomparire con l'arrivo di inchiostri di china che non danneggiavano le penne.